martedì 28 aprile 2015

Odori


L’olfatto, scrive Marshal McLuhan1, è “il più sottile e il più delicato dei sensi umani, ma è anche il più iconico, in quanto coinvolge più di tutti gli altri l’intero sistema nervoso.” Di conseguenza più una società è evoluta “a più alto livello di alfabetismo” più cercherà di “eliminare gli odori dell’ambiente” e stigmatizzerà il “segno distintivo” e di “affermazione insostituibile dell’individualità umana”, l’odore del corpo, come “parola ripugnante”. L’odore ripugnante dell’umano è un motivo importante nell’opera di Dick. Lo troviamo come ossessione fobica in I SIMULACRI (1963) in cui il pianista psicocinetico Richard Kongrosian, dopo aver ascoltato un diffusore pubblicitario, si convince di possedere un odore fobico capace di contaminare il mondo intero. “Il mio corpo puzza. A causa del diffusore, si era convinto di emanare un odore orribile; era stato proprio il diffusore a contaminarlo, e non c’era modo di liberarsi da quel fetore; per settimane Kongrosian non aveva fatto altro che lavarsi e deodorarsi in tutti i modi possibili, ma senza ottenere alcun risultato. Era quello il problema degli odori fobici; una volta acquisiti ti rimanevano addosso, e la loro spaventosa potenza non faceva che aumentare. Adesso lui non osava avvicinarsi a un altro essere umano; doveva tenersi a qualche metro di distanza in modo che quello non percepisse il suo odore. Niente bionde dai seni abbondanti per lui.” L’umano che puzza è leitmotiv anche in molti racconti “chi vuole giocare con un essere umano? Torna pure a casa. Tu… puzzi.” dice il robot al bimbo umano in JAMES P. CROWN (1954) e addirittura in SALTARE IL FOSSO (1954) abbiamo la Terra divisa tra il partito dei puristi e quello dei naturalisti. Il primo vuole che gli esseri umani non puzzino più e per questo aveva presentato una proposta di legge per far togliere obbligatoriamente le ghiandole sudorifere e altre imposizioni simili, per l’alito cattivo, i denti e i capelli sporchi. Al contrario per i naturalisti tutto doveva rimanere naturale, come la natura aveva deciso. Troviamo infine una variante interessante in ILLUSIONE DI POTERE (1963), qui il marchio dell’odore umano, come cosa ripugnante, sembrerebbe riservato principalmente all’essere ibridato, all’umano contaminato nella sua essenza naturale da qualcosa di artificiale che lo infetta e lo fa puzzare  “-un androide è qualcosa che puzza- disse egli parafrasando T. S. Eliot.” L’ibrido non piace neanche agli animali predatori di Marte che si tengono lontani dal terrestre che presenta le stimmate artificiali di Eldritch, LE TRE STIMMATE DI PALMER ELDRITCH (1964).

1 Marshal Mcluhan, Gli strumenti del comunicare, Milano, Il saggiatore 

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