giovedì 12 marzo 2015

Antonello Silverini: Il trittico del gioco


Una sfida! Come si fa a parlare di un’immagine che è servita per illustrare tre copertine di tre diversi romanzi dickiani? Un’immagine sola concepita per tre diverse storie. Un’immagine unica da smembrare, da suddividere, da piegare a tre esigenze narrative che hanno solo vagamente come minimo comun denominatore il gioco. Il gioco è per “Lotteria spaziale” quel sistema di lotteria del potere su cui si basa l’elezione del Quizmaster, l’essere umano designato dalla sorte a governare il mondo. In “I giocatori di Titano” è il gioco d’azzardo che gli alieni padroni della Terra, i Vug, ectoplasmi abitanti di Titano, hanno insegnato ai terrestri resi sterili dalle radiazioni della guerra, per operare una specie di scambismo delle coppie e aumentare la possibile fertilità. E infine “Nostri amici di Frolix 8” in cui il gioco è rappresentato dal sistema usato per rendere possibile la scalata sociale ed è basato su una serie di test, che poi si riveleranno truccati. A prima vista, quella di Silverini, sembra una operazione al risparmio e forse, chissà, in parte può essere stata dettata da una possibile stanchezza, un bisogno di risparmiare energie nella lunga e laboriosa avventura di illustrare tutte le copertine di Dick. Certo è che se i tre romanzi in questione perdono il privilegio, che gli altri hanno avuto, di un’attenzione mirata, per contro il corpus dell’opera dickiana acquista una focalizzazione particolare su uno dei temi cardine che sottende l’intera filosofia della narrativa dickiana. Quella del caso, del fortuito, del gioco appunto.1 Se mai fosse necessario scegliere un’immagine per un ipotetico cofanetto contenente tutti i romanzi di Dick, questa sarebbe la cover più appropriata. “A Dio piace giocare”2 e Dick non perde occasione per ricordarcelo. Il tappeto magico che ospita il gioco dei monopoli con al centro un cerchio che sembra alludere alla roulette contiene tre personaggi, due specie di croupier e un signore di spalle seduto su una mazzetta di fiches  di carta. Ognuno di loro occupa una porzione di spazio che seguirà la naturale divisione per le tre copertine. Particolare curioso ma accattivante, l’uomo in alto, seduto su uno sgabello, a seguito del taglio sembrerà più un pescatore con la lenza che un croupier intento a raccattare i soldi con il suo rastrello. Un pescatore triste, alla Keaton, per la copertina di “I giocatori di Titano”. In piena conformità con l’idea del romanzo di una ricerca spasmodica di futuro, di un futuro che per questa umanità stanca e sfibrata si configura nella ricercatissima e improbabile capacità di procreare nuovi eredi alla razza umana. Attesa di una pesca tanto meravigliosa quanto inutile. Al centro invece si concentra il turbine del gioco vero e proprio, la necessità di aver fortuna. Il croupier ha il volto basso, intento nel suo lavoro rivela fattezze d’automa. E’ un gran gioco quello di “Lotteria spaziale” per un potere fine a se stesso, che più che di prevaricazione sa di morte; il gioco finale, l’ultimo. E infine l’omino pensieroso della porzione in basso, che servirà per “Nostri amici di Frolix 8”, probabilmente è assorto in un sogno, nell’inutile sogno di qualcuno che dall’esterno, da qualche parte lassù, ci venga a salvare.

2 Philip K. Dick, Divina invasione, 1980

Venerdì 20 marzo: Antonello Silverini - Deus Irae 

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