martedì 3 febbraio 2015

Artigiano


“Erano tutte persone che possedevano capacità manuali e nessuna competenza intellettuale. Le loro qualità si erano affinate in anni di tentativi e di lavoro, attraverso il contatto diretto con gli oggetti che producevano. Questa gente era in grado di far crescere piante, riparare le perdite delle tubature, utilizzare macchinari, confezionare abiti, cucinare il cibo. Secondo il Sistema della Classificazione erano tutti dei falliti.”  LOTTERIA SPAZIALE (1953-4).  Le capacità manuali non vengono considerate se non nei pianeti da colonizzare o sulla terra del dopobomba, dove l’estremo impoverimento delle risorse rende preziose proprio quelle capacità di utilizzare al meglio quel che si ha. “Chi sa aggiustare le cose è in possesso del valore supremo.” CRONACHE DEL DOPOBOMBA (1963).  Addirittura essere capo del sindacato degli idraulici può portare ai vertici del potere, come nelle colonie marziane, NOI MARZIANI (1962). Ma là dove  il mondo dell’illimitata produzione delle merci non ha subito alcun drastico ridimensionamento, il sapere artigiano continua a non godere di una particolare considerazione. Anzi forse rappresenta una sorta di resistenza antagonista. Nel finale di uno degli ultimi romanzi RADIO LIBERA ALBEMUTH (1976), insieme a Philip Dick condannato ai lavori forzati, c’è proprio un idraulico “che era stato arrestato per aver preparato e ciclostilato lui stesso dei volantini, una specie di rivolta di un uomo solo.”  Ed è proprio Dick in veste di protagonista a descriverlo come “molto più coraggioso di noi: un idraulico che lavora da solo ad un ciclostile nella sua cantina, senza voci dal cielo che lo istruiscano e lo guidino, ma spinto soltanto dal suo cuore umano.”  Una fede tutta terrena, una fede nelle proprie capacità umane, come quella che impedisce al riparatore di vasi Joe Fernwright (in un mondo in cui non ci sono più vasi da riparare) di accettare la proposta di un dio alieno di fondersi con lui, per tentare invece di costruire lui stesso dei vasi. Il primo che riesce a fare è ovviamente orribile. Ma è il suo vaso. GUARITORE GALATTICO (1967). E anche la vasaia Mary Anne Dominic in SCORRETE LACRIME, DISSE IL POLIZIOTTO (1970)  non si arrende alle lusinghe del divo televisivo che la vorrebbe nel suo programma di successo, come gli artigiani americani, sotto il tallone dell’occupante nipponico, in LA SVASTICA SUL SOLE (1961) non svenderanno le loro opere artigianali alla produzione industriale in serie.

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